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" L’invenzione della nostalgia" di Emiliano Morreale
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" L’invenzione della nostalgia" di Emiliano Morreale
Molto interessante il saggio di Emiliano Morreale “ L’invenzione della nostalgia . Il vintage nel cinema italiano e dintorni “ Donzelli, 2009, che tratta del tema della nostalgia nel cinema e in quello italiano in particolare. Il primo capitolo, che è anche piuttosto lungo ( oltre 40 pagine), parla della nostalgia in generale, approfondendone i significati psicologici, sociologici e culturali.
Così il libro fa il punto su tante cose. Forse non dice nulla di veramente nuovo o originale, ma almeno ha il pregio di riordinare le idee. Comincia con il richiamare un autore americano ( Davis) che elenca tre tipi di nostalgia: semplice ( si rimpiange il passato), riflessiva ( il passato era davvero da rimpiangere? ) e interpretata ( perché si rimpiange il passato? ). E a questo proposito, sempre per restare nell’ambito del cinema, si richiama il film “ American graffiti” ( 1973) nel quale il rimpianto del passato si mescola alla critica del presente.
Poi si pone l’ulteriore domanda se la nostalgia abbia una sua qualche utilità. E la risposta è positiva perché essa è indispensabile alla gestione dell’io: le paure e i disagi del presente vengono bilanciate dal richiamo a un sé precedente. Si aggiunge , poi, che nell’individuo la nostalgia è propria delle età di transizione. E anche qui il motivo è facilmente individuabile: la continuità dell’io ha maggiori esigenze di venire “trattenuta” dai rischi di dispersione.
Passando, invece, dal campo psicologico a quello sociologico, si sostiene che i momenti di massima nostalgia coincidono con quelli di maggiore incertezza sociale.
E infine, sotto il profilo culturale, vengono citati movimenti e autori che sembrano più vicini a questo fenomeno, dal romanticismo a Proust.
Viene poi affrontata la differenza tra nostalgia e memoria, affermando che la prima è un sentimento, una passione, mentre la seconda è un procedimento mentale ed è strettamente legata alla conoscenza.
Strumenti diffusori di nostalgia sono poi la fotografia, il cinema , gli audiovisivi e internet, perché con questi mezzi è facile rituffarsi nel passato. Il cinema in particolare è soggetto privilegiato di ritorni al passato. Di film che rievocano il tempo andato ce ne sono a migliaia, ma a me, lasciando da parte il libro, in questo momento vengono in mente due autentici colossi della cinematografia come “ Amarcord” e “ Il posto delle fragole”.
I capitoli successivi sono invece specifici sul cinema. E particolarmente interessante mi è sembrato il quarto, “ Mutazioni del cinefilo letterario”.
Un piccolo assaggio da google books:
http://books.google.it/books?id=4nJcncpUAQwC&printsec=frontcover&dq=L%E2%80%99invenzione+della+nostalgia&hl=it&sa=X&ei=KWsJT7fiFo2K4gT74L2NCA&ved=0CDAQ6AEwAA#v=onepage&q=L%E2%80%99invenzione%20della%20nostalgia&f=false
Così il libro fa il punto su tante cose. Forse non dice nulla di veramente nuovo o originale, ma almeno ha il pregio di riordinare le idee. Comincia con il richiamare un autore americano ( Davis) che elenca tre tipi di nostalgia: semplice ( si rimpiange il passato), riflessiva ( il passato era davvero da rimpiangere? ) e interpretata ( perché si rimpiange il passato? ). E a questo proposito, sempre per restare nell’ambito del cinema, si richiama il film “ American graffiti” ( 1973) nel quale il rimpianto del passato si mescola alla critica del presente.
Poi si pone l’ulteriore domanda se la nostalgia abbia una sua qualche utilità. E la risposta è positiva perché essa è indispensabile alla gestione dell’io: le paure e i disagi del presente vengono bilanciate dal richiamo a un sé precedente. Si aggiunge , poi, che nell’individuo la nostalgia è propria delle età di transizione. E anche qui il motivo è facilmente individuabile: la continuità dell’io ha maggiori esigenze di venire “trattenuta” dai rischi di dispersione.
Passando, invece, dal campo psicologico a quello sociologico, si sostiene che i momenti di massima nostalgia coincidono con quelli di maggiore incertezza sociale.
E infine, sotto il profilo culturale, vengono citati movimenti e autori che sembrano più vicini a questo fenomeno, dal romanticismo a Proust.
Viene poi affrontata la differenza tra nostalgia e memoria, affermando che la prima è un sentimento, una passione, mentre la seconda è un procedimento mentale ed è strettamente legata alla conoscenza.
Strumenti diffusori di nostalgia sono poi la fotografia, il cinema , gli audiovisivi e internet, perché con questi mezzi è facile rituffarsi nel passato. Il cinema in particolare è soggetto privilegiato di ritorni al passato. Di film che rievocano il tempo andato ce ne sono a migliaia, ma a me, lasciando da parte il libro, in questo momento vengono in mente due autentici colossi della cinematografia come “ Amarcord” e “ Il posto delle fragole”.
I capitoli successivi sono invece specifici sul cinema. E particolarmente interessante mi è sembrato il quarto, “ Mutazioni del cinefilo letterario”.
Un piccolo assaggio da google books:
http://books.google.it/books?id=4nJcncpUAQwC&printsec=frontcover&dq=L%E2%80%99invenzione+della+nostalgia&hl=it&sa=X&ei=KWsJT7fiFo2K4gT74L2NCA&ved=0CDAQ6AEwAA#v=onepage&q=L%E2%80%99invenzione%20della%20nostalgia&f=false
Prof Keating- cinefilo scelto
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