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Non è un paese per vecchi
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Non è un paese per vecchi
Il film dei fratelli Coen "No country for old men" è l'esempio della perfezione di trasposizione dalla parola scritta alla parola filmica. Normalmente i loro adattamenti non seguono con fedeltà i testi letterari da cui hanno tratto le loro pellicole, c'è sempre una loro tipica interpretazione, ma questa volta no, forse perché il romanzo di Cormac McCarthy è scritto in uno stile molto cinematografico in perfetta empatia col cinema dei Coen. Fatto sta che moltissimi dialoghi del film sono le esatte parole di quelli del libro e ci stanno da dio. Infatti il film si apre con la voce narrante di uno dei tre protagonisti, lo sceriffo Bell (interpretato da un perfetto Tommy Lee Jones) che impersona il punto di riferimento morale della storia, una specie di filosofo di frontiera nostalgico del passato che non comprende più il presente, che si fa e ci pone di conseguenza delle domande in apparenza semplici ma che nascondono una profonda ricerca etica. Le sue asserzioni brevi e secche sono pillole di saggezza, come nella scena in cui il vicesceriffo si complimenta con lui per la sua capacità investigativa e per il suo pensiero lineare: "Con l'età si diventa lineari" - risponde. E l'espediente che ci porta a essere concentrati sulle parole è proprio la quasi totale assenza di colonna sonora musicale. La sua controparte, anche se a suo modo ha una sua etica morale precisa, è Anton Chigurh (Javier Bardem), un assassino psicopatico che sembra venire da un altro pianeta per quanto appare alieno, che opera aldilà dell'umana comprensione, una specie di Terminator fatto di carne e ossa. Anche lui ci pone delle domande con il suo comportamento sul significo delle scelte, come appare chiaramente nelle scene del testa o croce prima col benzinaio, poi con la moglie di Llewelyn Moss (l'altro personaggio principale che sta al centro della vicenda) nel finale. Ma se il primo opera una scelta, pur del tutto casuale, che gli salva la vita, la seconda, rifiutandosi di scegliere per obbligarlo a prendersi la responsabilità delle proprie azioni senza spostarla nella vittima, decide comunque della propria sorte. E il finale, l'incidente d'auto di Chigurh, che viene urtato proprio mentre attraversa un incrocio col semaforo verde e quindi mentre sta nelle regole, forse ci vuole dire che nelle vicende umane potrebbe esserci una giustizia, ma che viene poi subito negata.

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