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The Son of No One
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The Son of No One
Titolo originale: The Son of No One
Lingua originale: inglese
Paese: USA
Anno: 2011
Genere: poliziesco, drammatico
Regia: Dito Montiel
Soggetto: Dito Montiel
Sceneggiatura: Dito Montiel
Interpreti:Channing Tatum, Al Pacino, Ray Liotta, Katie Holmes, Tracy Morgan, Juliette Binoche
Lingua originale: inglese
Paese: USA
Anno: 2011
Genere: poliziesco, drammatico
Regia: Dito Montiel
Soggetto: Dito Montiel
Sceneggiatura: Dito Montiel
Interpreti:Channing Tatum, Al Pacino, Ray Liotta, Katie Holmes, Tracy Morgan, Juliette Binoche
Questo film è stato presentato nel gennaio scorso al Sundance Film Festival senza ottenere grande attenzione, è uscito nelle sale negli States ma in Italia no. Io l'ho visto ieri sera su Sky, ero incuriosita di vedere cosa aveva realizzato il regista di "Guida per riconoscere i tuoi santi" dopo "Fighting". Dito Montiel è un personaggio poliedrico da non trascurare, ha scritto vari romanzi, alcuni dei quali ha sceneggiato in prima persona per la trasposizione cinematografica. C'è sempre qualcosa di autobiografico che trasuda, l'ambiente in cui è cresciuto (i Queens a New York) ritorna spesso nei suoi film ed è la location anche di "The son of no one". Un poliziotto (Channing Tatum) viene trasferito nel distretto dove lavorava il padre, deceduto quando lui era ancora bambino, nel quartiere dove viveva nel 1986 in un insediamento popolare degradato. Alcune lettere anonime spedite a una giornalista (Juliette Binoche) cercano di far riaprire un caso irrisolto proprio in quell'anno, l'omicidio di due balordi. Tra problemi di oggi e il passato che riaffiora pericolosamente, la trama si dipana lentamente alternando i due piani temporali ma con notevoli connotazioni psicologiche, grazie anche all'interpretazione di un cast di attori molto bravi, primo tra tutti il giovanissimo Jake Cherry (che ha lavorato in moltissime serie tv e che abbiamo visto al cinema nei film de "Una notte al museo"), che interpreta il poliziotto da bambino. Al Pacino e Ray Liotta sono grandi nella parte di due poliziotti corrotti, in uno sguardo acido verso il lavoro della polizia metropolitana dopo l'11 settembre. E il falso happy end lascia l'amaro in bocca.
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