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“ Il cinema del ventennio nero “ di Claudio Carabba (1974 – Vallecchi )
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“ Il cinema del ventennio nero “ di Claudio Carabba (1974 – Vallecchi )
Non so se questo interessante libro , stampato nel 1974 ,sia ancora in commercio, ma credo di no . Ma nonostante questo lo consiglio lo stesso agli appassionati di cinema che potrebbero scovarlo in qualche biblioteca o in qualche rivendita di libri usati ( anche online ).
Il saggio fa un lungo excursus sul cinema di quel periodo , evidenziando come il regime fascista avesse subito compreso le potenzialità propagandistiche che potevano essere diffuse dal cinema, mezzo relativamente nuovo per l’epoca . Così vennero girati i cinegiornali dell’Istituto Luce che venivano proiettati prima dell’inizio del film, dal contenuto dichiaratamente propagandistico.
Nei film del periodo c’era una propaganda diretta che si rifaceva a un filone storico-epico che esaltava la grandezza dell’impero romano ( ad esempio “ Scipione l’africano “ ,1937, di Carmine Gallone ) fino all’eroismo contemporaneo ( “ Camicia nera”,1933, di Giovacchino Forzano o “ Luciano Serra pilota”, 1938, di Goffredo Alessandrini ) ; ma non mancava una propaganda più subdola, quella dei “ telefoni bianchi “ che tendevano in sostanza a lanciare un messaggio di separazione delle classi sociali ( ad esempio “ Il signor Max “, 1937 di Camerini ) e di accettazione dei valori dominanti della società.
Ma nel libro c’è dell’altro : dalla nascita di Cinecittà ( 1937) , alla rinuncia a un teatro nazionale ( sul quale aveva puntato molto Pirandello ) sacrificato in favore del cinema che dava più garanzie di propaganda.
Un libro per me estremamente illuminante.
Il saggio fa un lungo excursus sul cinema di quel periodo , evidenziando come il regime fascista avesse subito compreso le potenzialità propagandistiche che potevano essere diffuse dal cinema, mezzo relativamente nuovo per l’epoca . Così vennero girati i cinegiornali dell’Istituto Luce che venivano proiettati prima dell’inizio del film, dal contenuto dichiaratamente propagandistico.
Nei film del periodo c’era una propaganda diretta che si rifaceva a un filone storico-epico che esaltava la grandezza dell’impero romano ( ad esempio “ Scipione l’africano “ ,1937, di Carmine Gallone ) fino all’eroismo contemporaneo ( “ Camicia nera”,1933, di Giovacchino Forzano o “ Luciano Serra pilota”, 1938, di Goffredo Alessandrini ) ; ma non mancava una propaganda più subdola, quella dei “ telefoni bianchi “ che tendevano in sostanza a lanciare un messaggio di separazione delle classi sociali ( ad esempio “ Il signor Max “, 1937 di Camerini ) e di accettazione dei valori dominanti della società.
Ma nel libro c’è dell’altro : dalla nascita di Cinecittà ( 1937) , alla rinuncia a un teatro nazionale ( sul quale aveva puntato molto Pirandello ) sacrificato in favore del cinema che dava più garanzie di propaganda.
Un libro per me estremamente illuminante.
Prof Keating- cinefilo scelto
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