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Mystic river
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Mystic river

Paese: USA
Anno: 2003
Durata: 137 min
Genere: drammatico, thriller
Regia: Clint Eastwood
Sceneggiatura: Brian Helgeland
Produttore: Clint Eastwood, Robert Lorenz, Judie G. Hoyt
Fotografia: Tom Stern
Montaggio: Joel Cox
Musiche: Clint Eastwood, Kyle Eastwood
Scenografia: Henry Bumstead
Interpreti: Sean Penn, Tim Robbins, Kevin Bacon, Laurence Fishburne, Marcia G. Harden, Laura Linney, Eli Wallach

Dennis Lehane: La morte non dimentica (Mystic River). Bellissimo libro e bellissimo film. E' capitato che vedessi la pellicola in questione proprio mentre stavo leggendo un altro suo romanzo, nella fattispecie "L'isola della paura" da cui Scorsese ha poi tratto il suo "Shutter island". Il film mi è piaciuto moltissimo, anche se non saprei dare una definizione di genere d'appartenenza: thriller? Non solo. Sembra quasi una tragedia greca ambientata ai nostri giorni, in una Boston che appare come una sorta di Chinatown bianca. C'è il fato che decide per tutti i personaggi principali, decide le lore vite e i loro ruoli: nessuno di loro può scappare.
Tre bambini, tre amici legati da un bizzarro destino: Dave, la vittima in partenza, rapito da due pedofili finti poliziotti che lo costringono a salire sulla loro auto per aver scritto, per ultimo, il suo nome con un bacchetto nel cemento fresco di un marciapiede. Riuscirà a scappare dopo qualche giorno, ma la sua vita è segnata. Gli altri due prenderanno le opposte strade: uno diventerà un poliziotto, l'altro un delinquente, entrambi coscienti che quel giorno potevano essere loro a salire su quell'auto e non Dave.
Chi ha deciso per loro? Passati vent'anni, i tre si ritrovano a causa della morte della figlia di Jimmy, trovata massacrata in un parco. Sean è il poliziotto incaricato delle indagini. Le loro vite tornano a incrociarsi e toccherà di nuovo a Dave fare la parte della vittima sacrificale, pagando per qualcosa che non ha commesso con la sua vita, solo per la paura di rivelare la verità su quello che gli è accaduto.
Neanche le acque del fiume Mystic riusciranno a lavare le loro coscienze, quella di Jimmy che uccide un amico innocente e quella di Sean che lascia passare nel silenzio la vicenda, pur sapendo.
Clint Eastwood regista è decisamente meglio che come attore (già mi aveva appassionata per esempio nella trasposizione cinematografica de "I ponti di Madison County").
La sua regia è sobria ed essenziale, perfetta nel rendere il viaggio interiore di ognuno dei tre protagonisti, ma anche degli altri personaggi minori. Gli attori principali lo aiutano in maniera eccelsa, tre prove d'attore strepitose date da Sean Penn, Tim Robbins e Kevin Bacon.
La vicenda di "Shutter island" è più complicata, in costante bilico tra la realtà immaginata e la verità della pazzia. Fino all'ultimo capitolo non avrei saputo dire qual'era la "realtà vera". Ma questa, è un'altra storia.
C'è comunque una matrice comune a tutti i personaggi di Lehane: la vita consegna a tutti un peso da portare.
Tre bambini, tre amici legati da un bizzarro destino: Dave, la vittima in partenza, rapito da due pedofili finti poliziotti che lo costringono a salire sulla loro auto per aver scritto, per ultimo, il suo nome con un bacchetto nel cemento fresco di un marciapiede. Riuscirà a scappare dopo qualche giorno, ma la sua vita è segnata. Gli altri due prenderanno le opposte strade: uno diventerà un poliziotto, l'altro un delinquente, entrambi coscienti che quel giorno potevano essere loro a salire su quell'auto e non Dave.
Chi ha deciso per loro? Passati vent'anni, i tre si ritrovano a causa della morte della figlia di Jimmy, trovata massacrata in un parco. Sean è il poliziotto incaricato delle indagini. Le loro vite tornano a incrociarsi e toccherà di nuovo a Dave fare la parte della vittima sacrificale, pagando per qualcosa che non ha commesso con la sua vita, solo per la paura di rivelare la verità su quello che gli è accaduto.
Neanche le acque del fiume Mystic riusciranno a lavare le loro coscienze, quella di Jimmy che uccide un amico innocente e quella di Sean che lascia passare nel silenzio la vicenda, pur sapendo.
Clint Eastwood regista è decisamente meglio che come attore (già mi aveva appassionata per esempio nella trasposizione cinematografica de "I ponti di Madison County").
La sua regia è sobria ed essenziale, perfetta nel rendere il viaggio interiore di ognuno dei tre protagonisti, ma anche degli altri personaggi minori. Gli attori principali lo aiutano in maniera eccelsa, tre prove d'attore strepitose date da Sean Penn, Tim Robbins e Kevin Bacon.
La vicenda di "Shutter island" è più complicata, in costante bilico tra la realtà immaginata e la verità della pazzia. Fino all'ultimo capitolo non avrei saputo dire qual'era la "realtà vera". Ma questa, è un'altra storia.
C'è comunque una matrice comune a tutti i personaggi di Lehane: la vita consegna a tutti un peso da portare.
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